Le configurazioni di autoconsumo diffuso incentivate dal Decreto CACER

Oggi, mi concentro a rappresentarvi nel modo più semplice possibile le 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐄𝐧𝐞𝐫𝐠𝐞𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐑𝐢𝐧𝐧𝐨𝐯𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢 e più in generale un sistema di 𝐀𝐮𝐭𝐨𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐨 𝐃𝐢𝐟𝐟𝐮𝐬𝐨.
Ho già avuto modo di segnalare in un altro articolo che le 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐄𝐧𝐞𝐫𝐠𝐞𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐑𝐢𝐧𝐧𝐨𝐯𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢 sono soltanto una delle sette forme attraverso le quali può essere realizzato l’𝐀𝐮𝐭𝐨𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐨 𝐃𝐢𝐟𝐟𝐮𝐬𝐨.

Oggi mi limito a trattare le diverse modalità attraverso le quali può realmente concretizzarsi l’𝐀𝐮𝐭𝐨𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐨 𝐃𝐢𝐟𝐟𝐮𝐬𝐨, ossia come è possibile condividere l’energia rinnovabile nell’ambito di uno spazio territoriale ben individuato.

Gli attori di questo cambiamento possono assumere ruoli diversificati rispetto alla fase di produzione e consumo di energia rinnovabile. Da qui abbiamo:

C𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐟𝐢𝐧𝐚𝐥𝐞: Il soggetto che usa l’energia elettrica proveniente dalla rete e senza distribuirla ad altri. Dunque, può trattarsi non solo della persona fisica ma anche di una impresa od enti pubblici che consumano energia

P𝐫𝐨𝐝𝐮𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞: è una persona fisica o giuridica che produce energia elettrica indipendentemente dalla proprietà dell’impianto di produzione

𝐏𝐫𝐨𝐬𝐮𝐦𝐞𝐫: soggetto che nello stesso istante è produttore e consumatore fornendo l’energia in eccesso non consumata; a titolo di esempio consideriamo una impresa industriale che consuma energia e che ha un impianto di produzione sovradimensionato;

𝐑𝐞𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐭𝐞: è colui che assume un ruolo di responsabilità nei confronti dei terzi, di coordinamento interno delle attività e si occupa di tutte le procedure amministrative

𝐏𝐚𝐫. 𝟏 – 𝐋𝐄 𝐂𝐎𝐍𝐅𝐈𝐆𝐔𝐑𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐈

Ho già avuto modo in un altro articolo di precisare che con il termine “𝐜𝐨𝐧𝐟𝐢𝐠𝐮𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢” si intendono le modalità organizzative con le quali è possibile realizzare l’𝐀𝐮𝐭𝐨𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐨 𝐃𝐢𝐟𝐟𝐮𝐬𝐨

Si tratta quindi di rappresentare le fondamenta sulle quali queste “𝐜𝐨𝐧𝐟𝐢𝐠𝐮𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢” possono essere create.

Il punto di partenza è la Delibera n. 727/2022/R/EEL dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), poi modificata dalla successiva Delibera 30 gennaio 2024 n. 15/2024/R/EEL con le quali è stato adottato ed aggiornato il “𝐓𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐈𝐧𝐭𝐞𝐠𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐨𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐨 𝐃𝐢𝐟𝐟𝐮𝐬𝐨” che regola sette “𝐜𝐨𝐧𝐟𝐢𝐠𝐮𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢” ammissibili.

Queste “𝐜𝐨𝐧𝐟𝐢𝐠𝐮𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢” si differenziano a seconda che l’autoconsumatore è un solo soggetto oppure più soggetti distinti.

𝐂𝐨𝐧𝐟𝐢𝐠𝐮𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐬𝐨𝐠𝐠𝐞𝐭𝐭𝐢:

1. gruppo di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente;
2. gruppo di clienti attivi che agiscono collettivamente;
3. comunità energetica rinnovabile o comunità di energia rinnovabile (CER)
4. comunità energetica dei cittadini (CEC)

𝐂𝐨𝐧𝐟𝐢𝐠𝐮𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐮𝐧 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐬𝐨𝐠𝐠𝐞𝐭𝐭𝐨:

5. autoconsumatore individuale di energia rinnovabile “a distanza” con linea diretta;
6. autoconsumatore individuale di energia rinnovabile “a distanza” che utilizza la rete di distribuzione;
7. cliente attivo “a distanza” che utilizza la rete di distribuzione

Oggi tratto per semplicità soltanto quelle configurazioni che sono incentivate dal “𝐃𝐞𝐜𝐫𝐞𝐭𝐨 𝐂𝐀𝐂𝐄𝐑” del 7 dicembre 2023, n. 414 del MASE e che è entrato in vigore dal 24 gennaio 2024.

Ricordo a tal fine che il 𝐃𝐞𝐜𝐫𝐞𝐭𝐨 𝐂𝐀𝐂𝐄𝐑 ha ammesso all’incentivazione soltanto le seguenti configurazioni:

𝐔𝐧 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐬𝐨𝐠𝐠𝐞𝐭𝐭𝐨 — soltanto l’𝐚𝐮𝐭𝐨𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞 “𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚” (ma in questo caso l’incentivazione non comprende anche il fondo perduto del PNRR);

𝐏𝐢𝐮̀ 𝐬𝐨𝐠𝐠𝐞𝐭𝐭𝐢 — sia il 𝐠𝐫𝐮𝐩𝐩𝐨 𝐝𝐢 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢 sia le 𝐂𝐄𝐑

Ritengo di concentrare per ora l’attenzione solo sulle configurazioni incentivate perché la richiesta di tali incentivazioni devono essere effettuate entro una data di scadenza che vedremo con più calma in un altro articolo quando tratterò in dettaglio le incentivazioni.

𝐏𝐚𝐫. 𝟐 – 𝐀𝐔𝐓𝐎𝐂𝐎𝐍𝐒𝐔𝐌𝐀𝐓𝐎𝐑𝐄 𝐀 𝐃𝐈𝐒𝐓𝐀𝐍𝐙𝐀

L’𝐀𝐮𝐭𝐨𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐚 𝐃𝐢𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚, o più precisamente l’autoconsumatore individuale di energia rinnovabile “𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚” è disciplinato dall’art. 30, comma1, lettera a) numero 2.2 del D.Lgs 199/2021 e prevede la presenza di un solo cliente finale che utilizzando la rete di distribuzione esistente condivide l’energia prodotta dagli impianti a fonti rinnovabili ubicati in aree nella sua piena disponibilità per autoconsumarla virtualmente nei punti di prelievo dei quali è titolare.

A titolo esemplificativo Giovanni è un agricoltore che possiede un’azienda agricola in una zona rurale. Ha installato un impianto fotovoltaico sul tetto della sua stalla per produrre energia rinnovabile. Tuttavia, Mario desidera utilizzare questa energia anche in altre sue proprietà situate a qualche chilometro di distanza. In questo caso Mario ha quindi un punto di produzione collocato sulla sua azienda agricola e volendo sfruttare l’energia prodotta dal suo impianto anche in altre proprietà, si trova ad avere anche più punti di prelevamento distanti tra loro, ma tutti collegati alla rete pubblica.

Ma facciamo un altro esempio. Marta è una proprietaria di una catena di negozi di abbigliamento situati in diverse città all’interno della stessa regione. Marta desidera utilizzare l’energia rinnovabile prodotta da un impianto solare installato sul suo magazzino principale per alimentare anche gli altri negozi della catena. Anche Marta intende condividere con i propri negozi sparsi in più punti di prelievo di energia rinnovabile generata dal punto di produzione realizzato con l’impianto sopra il suo magazzino principale.

L’importante è che sia per Giovanni sia per Marta i punti di immissione e di prelievo siano collocati all’interno della stessa “𝐜𝐚𝐛𝐢𝐧𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚𝐫𝐢𝐚” .

Cos’è una “𝐜𝐚𝐛𝐢𝐧𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚𝐫𝐢𝐚” la approfondiremo in un altro articolo, ma per ora considerate per semplificità che è un area territoriale ben delimitata, comunque amplia, ed all’interno della quale devono essere interconnessi tutti i produttori e tutti consumatori che fanno parte della stessa configurazione.

Ritengo opportuno far notare che l’incentivazione dell’autoconsumo individuale “𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚” può realizzarsi anche nella forma di “𝐥𝐢𝐧𝐞𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚” come indicato nell’art. 30, comma 1, lettera a, punto 2.1 del D.Lgs. 199/2021, e la presenza di questa alternativa può creare confusione quando si parla di autoconsumatore a distanza.

La modalità a distanza con “𝐥𝐢𝐧𝐞𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚” non è altro che un collegamento diretto entro 10 km tra due aree nella disponibilità dello stesso autoconsumatore che non sfrutta la rete pubblica.

Nel caso nel nostro argricoltore Giovanni, la connessione tra i punti di immissione ed il punto di prelievo non sfrutterebbe dunque la rete pubblica ma una “𝐥𝐢𝐧𝐞𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚” costruita appositamente per tale scopo.

Peraltro con la “𝐥𝐢𝐧𝐞𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚” ci può essere soltanto un un’unica unità di consumo ed un solo impianto di produzione, mentre nella configurazione incentivata con la forma che sfrutta “𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐭𝐞 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚” si consente di combinare più unità di consumo e più unità e più impianti di produzione, purché chiaramente sempre nella piena disponibilità dello stesso autoconsumatore.

Vi faccio quindi notare che la configurazione di autoconsumo con “𝐥𝐢𝐧𝐞𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚” pur essendo inquadrata come una configurazione di autoconsumo a distanza non è specificamente menzionata nel 𝐃𝐞𝐜𝐫𝐞𝐭𝐨 𝐂𝐀𝐂𝐄𝐑 e dunque non è incentivata.

Questo potrebbe essere dovuto al fatto che le configurazioni con “𝐥𝐢𝐧𝐞𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚” non coinvolgono la condivisione dell’energia tra più utenti, che è uno degli obiettivi principali del 𝐃𝐞𝐜𝐫𝐞𝐭𝐨 𝐂𝐀𝐂𝐄𝐑. Inoltre, le linee dirette possono presentare sfide tecniche e regolamentazioni diverse rispetto all’uso della rete di distribuzione.

𝐏𝐚𝐫. 𝟑 – 𝐆𝐑𝐔𝐏𝐏𝐎 𝐃𝐈 𝐀𝐔𝐓𝐎𝐂𝐎𝐍𝐒𝐔𝐌𝐀𝐓𝐎𝐑𝐈

Una seconda categoria incentivata è quella del 𝐆𝐫𝐮𝐩𝐩𝐨 𝐝𝐢 𝐀𝐮𝐭𝐨𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢, e per essere più precisi gruppo di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente come disciplinato dall’art. 30, comma 2 del D.Lgs 199/2021

A titolo di esempio il condominio “Eden” con dieci appartamenti residenziali decide di installare un impianto fotovoltaico sul tetto per produrre energia rinnovabile. I condomini vogliono condividere l’energia prodotta per ridurre i costi energetici comuni e promuovere la sostenibilità. In tal caso c’è un punto di immissione con un impianto sull’area condominiale e più punti di prelevamento in ogni appartamento.

Altro esempio. Un gruppo di negozi situati in un centro commerciale ubicato nello stesso edificio decidono di installare un impianto fotovoltaico comune sul tetto per condividere l’energia rinnovabile.

Come vedete in tali casi, c’è un insieme di almeno due soggetti distinti, facenti parte della configurazione in qualità di clienti finali e/o produttori appartenenti al gruppo e di almeno due punti di connessione distinti a cui siano collegati rispettivamente un’utenza di consumo e un impianto di produzione.

Vi faccio notare che qualunque soggetto titolare di un punto di connessione può partecipare a un gruppo di autoconsumatori, in qualità di produttore e/o cliente finale, fatta eccezione per le imprese che hanno un’attività prevalente con codice ATECO 35.11.00 e 35.14.00 e che possono partecipare fornendo energia che tuttavia non è incentivata.

E’ opportuno inoltre segnalare che:

i punti di connessione dei clienti finali devono essere ubicati nell’area afferente al medesimo edificio o condominio;

mentre gli impianti possono essere situati nell’edificio o condominio o anche presso altri siti nella piena disponibilità di uno o più clienti finali del gruppo, ma sempre nell’ambito dell’area afferente alla medesima “𝐜𝐚𝐛𝐢𝐧𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚𝐫𝐢𝐚”.

𝐏𝐚𝐫. 𝟒 – 𝐂𝐎𝐌𝐔𝐍𝐈𝐓𝐀’ 𝐄𝐍𝐄𝐑𝐆𝐄𝐓𝐈𝐂𝐇𝐄 𝐑𝐈𝐍𝐍𝐎𝐂𝐀𝐁𝐈𝐋𝐈 (𝐜𝐝. 𝐂𝐄𝐑)

Le 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐄𝐧𝐞𝐫𝐠𝐞𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐑𝐢𝐧𝐧𝐨𝐯𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢, 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚̀ 𝐂𝐄𝐑, sono l’ultima configurazione incentivata e quella più interessante, in quanto amplia la sfera di condivisione oltre lo spazio fisico l’edificio o condominio consentendo in maniera significativa a sviluppare il senso di comunità mediante il coinvolgimento attivo di cittadini ed imprese.

Si tratta a tutti gli effetti di un soggetto giuridico costituito con diverse forme come ad esempio un’associazione oppure una cooperativa e che ha come oggetto principale quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri azionisti o membri o alle aree locali in cui opera.

Nelle 𝐂𝐄𝐑, la cosa importante è che la condivisione di energia rinnovabile, venga presidiata mediante il potere di controllo esercitato dai cittadini, dalle piccole e medie imprese (per le quali la partecipazione alla 𝐂𝐄𝐑 non costituisca l’attività commerciale e industriale principale), dagli enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, dalle associazioni con personalità giuridica di diritto privato, dagli enti di ricerca e formazione, dagli enti religiosi, da quelli del terzo settore e di protezione ambientale.

A differenza che nel “𝐆𝐫𝐮𝐩𝐩𝐨 𝐝𝐢 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢” dove l’importante è che i clienti attivi siano titolari di punti di connessione ubicati nello stesso edificio, nel caso delle 𝐂𝐄𝐑 sono specificatamente elencati coloro che possono diventare membri purché siano situati nel territorio dei Comuni in cui sono ubicati gli impianti di produzione della 𝐂𝐄𝐑 e con l’esclusione espressa dele amministrazioni centrali, delle grandi Imprese e delle imprese private con codice ATECO prevalente 35.11.00 e 35.14.00.

Dunque una grande impresa industriale che ha un punto di connessione ubicato sullo stesso edificio di altri clienti finali potrebbe far parte di “gruppo di autoconsumatori collettivi” ma non anche in una 𝐂𝐄𝐑. Ancora, le amministrazioni centrali possono far parte del gruppo di autoconsumatori collettivi ma non delle 𝐂𝐄𝐑. Ricordo infine che le imprese che svolgono come attività prevalente quella della produzione e commercializzazione di energia, ossia quelle con codice ATECO 35.11.00 e 35.14.00, non possono comunque far parte né nel gruppo di autoconsumatori collettivi né nelle 𝐂𝐄𝐑.

A titolo di esempio, immaginiamo un piccolo Comune, situato in una zona rurale. Gli abitanti del Comune decidono di formare una 𝐂𝐄𝐑 per promuovere l’uso di energia rinnovabile e ridurre i costi energetici per tutti i residenti. In tal caso molte abitazioni del Comune saranno dotate di un pannello fotovoltaico. Anche la scuola, il municipio e la biblioteca sono anch’essi dotati di pannelli. Un’azienda agricola e una piccola fabbrica partecipano alla comunità e contribuiscono con l’energia prodotta da impianti fotovoltaici e da una piccola centrale eolica. In questa configurazione gli impianti solari e la centrale eolica producono energia rinnovabile. L’energia prodotta viene immessa nella rete di distribuzione locale e condivisa tra tutti i membri della comunità. I membri della 𝐂𝐄𝐑 beneficiano di tariffe energetiche ridotte grazie agli incentivi previsti dal 𝐃𝐞𝐜𝐫𝐞𝐭𝐨 𝐂𝐀𝐂𝐄𝐑 e alla condivisione dei costi di produzione.

E’ però del tutto evidente come la configurazione 𝐂𝐄𝐑, differentemente che dalle altre che ho citato sopra, favorisca in maniera esponenziale il coinvolgimento e la collaborazione tra i membri della comunità verso l’uso di energia rinnovabile e la riduzione delle emissioni di CO2.

Mi fermo qui per ora!

Confido di avervi ricostruito in maniera il più semplice possibile il quadro delle configurazioni di 𝐀𝐮𝐭𝐨𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐨 𝐃𝐢𝐟𝐟𝐮𝐬𝐨 incentivate dal 𝐃𝐞𝐜𝐫𝐞𝐭𝐨 𝐂𝐀𝐂𝐄𝐑.

Informarsi e partecipare attivamente è fondamentale per non subire passivamente i cambiamenti in corso, ma per contribuire a costruire un futuro energetico più sostenibile e inclusivo per te e per chi ti sta intorno.

Tratterò sicuramente in un’altra occasione le altre configurazioni non incentivate dal 𝐃𝐞𝐜𝐫𝐞𝐭𝐨 𝐂𝐀𝐂𝐄𝐑, e ciò al fine di farvi comprendere le rilevanti opportunità offerte dalla loro realizzazione anche a prescindere dall’esistenza di incentivi.

Ho già in testa l’idea di fornirvi anche altri articoli che tratteranno ad esempio sulle incentivazioni, sul ruolo del Referente, sugli aspetti fiscali, così come delle forme giuridiche da adottare per le 𝐂𝐄𝐑, ed altro.